Parliamo di legalità con Annamaria Piccione

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di Salvo Zappulla

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Ho sempre pensato che la lotta alla mafia deve iniziare nelle scuole,  educando i ragazzi a comprendere che la prepotenza non paga, che una carezza vale più di uno schiaffo,  e questo bellissimo libro di Annamaria Piccione ne è la testimonianza. “Per sempre Libero”, pubblicato da Einaudi Ragazzi. Annamaria ha una penna raffinata, in grado di arrivare al cuore dei lettori, scuoterlo, strizzarlo, spremerlo  fino a farlo sanguinare. Un libro  che esprime poesia pura, dolcezza, dolore, rabbia, voglia di riscatto. Povera quella società che ha bisogno di eroi. Libero Grassi non desiderava diventare un eroe, era solo una persona che voleva mantenere la propria dignità. Accettare di pagare “il pizzo” significa sottomettersi, riconoscere l’autorità del potere criminale. C’è una linea d’ombra tra il bene e il male, ed è la zona dove si rifugiano gli ignavi, coloro che preferiscono chinare la testa e fare finta di non vedere cosa succede accanto. Col loro comportamento contribuiscono ad alimentare il fenomeno della mafia. Annamaria Piccione ha pubblicato circa ottanta libri per ragazzi, visita  le fiere del libro, va nelle scuole a parlare con i bambini, a parlare di libri e di bellezza in senso ampio; insomma la possiamo considerare un’operatrice sociale, una educatrice a tutto spiano, diffonde a piene mani  il suo talento di scrittrice e di essere umano; la sua penna è arguta, tende al surreale, all’immaginifico. I bambini con i suoi libri ridono , si divertono e imparano a riflettere  Una penna danzante e virtuosa, con il dono della levità e l’incanto della leggerezza; storie sospese dentro molecole di vapore  anche quando trattano temi terribili, come in  questo libro dedicato a Libero Grassi, vittima della mafia.  L’Italia sta attraversando una crisi drammatica, governanti sempre più screditati hanno imperversato, sostenendosi a vicenda e utilizzando il Parlamento a loro uso e consumo. Tutto ciò ha creato un clima di sfiducia se non di rivolta vera e propria nei confronti dello Stato.   Tanti i giudici assassinati per aver compiuto il loro dovere e tanti, troppi, gli  eventi di sangue che hanno ridotto negli anni passati la Sicilia a una sorta di Far West:  lotte tra faide rivali, ragazzini minorenni assoldati per uccidere, altri giustiziati con estrema crudeltà per aver sgarrato o aver mancato di rispetto al boss di turno. Vogliamo immaginare un futuro di riscatto e di dignità. La Sicilia non è abbandonata al proprio destino.  C’è voglia di giustizia  in Sicilia, nel Sud e nell’Italia intera. Gli imprenditori taglieggiati prendono coraggio e denunciano i loro estortori,  i giovani scendono in piazza, la gente si raccoglie attorno agli eroi caduti. Sicuramente il barbaro assassinio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ha segnato una svolta determinante per una presa di coscienza dei siciliani. Un punto di non ritorno. Per la dinamica eclatante, per la popolarità dei personaggi, ma tanti altri sono caduti e non devono essere dimenticati, il loro esempio deve essere da stimolo per una società migliore. Questa terra è stata saccheggiata, depredata, svilita.  È  tempo che rialzi la testa e torni in possesso della propria dignità.

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Cara Annamaria, un libro che ci voleva questo, contribuisce a far conoscere tanti aspetti di un uomo che ha sacrificato la propria vita pur di non piegarsi alla prepotenza. Un grande esempio per tutti.  Cosa ti ha spinto a scriverlo?

La proposta di scrivere questo libro è arrivata dalla stessa casa editrice, Einaudi Ragazzi, che da anni pone particolare attenzione su temi come legalità, confronto e diritti. Sono stata felicissima di narrare la storia di Libero Grassi, un uomo di cultura, libero nel nome e nei principi. È un romanzo sì, ma la storia vera gioca un ruolo preponderante: sarò sempre grata ad Alice e Davide che con pazienza mi hanno raccontato tanti aneddoti sui loro genitori, Libero Grassi e Pina Maisano, due persone splendide, la cui vita è un esempio di lealtà e integrità per tutti.

 

La legalità. In Sicilia ci sono segnali di riscossa?  Pensi che questa terra possa finalmente riuscire a debellare la mafia?

Giovanni Falcone diceva che “la mafia è un fatto umano. E come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà una fine”. I segnali di riscossa ci sono, ma c’è ancora tanto da fare. La cosa più difficile da scardinare è la mentalità mafiosa, quella che spinge a far valere i propri diritti non grazie a un sistema legale, ma chiedendo protezione agli amici o agli amici degli amici. Fino a quando non si capirà che la politica è servizio e non mestiere, fino a quando si continuerà a considerare il voto uno scambio di favori, fino a quando si subiranno in silenzio prepotenze e ingiustizie quotidiane, la mafia continuerà a esistere e proliferare. Il NO alla mafia non è uno slogan da ripetere in determinati giorni dell’anno alle manifestazioni organizzate, ma un impegno comune da onorare ogni attimo della propria vita.

Cosa occorrerebbe fare secondo te, anche sul piano economico, per combattere l’illegalità?

Libero Grassi non accettò di pagare il pizzo perché non intendeva dividere il frutto del proprio lavoro con i disonesti, ma fu lasciato solo. Il pizzo non è scomparso e molti imprenditori continuano a pagarlo perché hanno paura di veder vanificati i loro sacrifici da pochi vigliacchi prepotenti: quanti incendi, quante bombe, in una sola notte, hanno distrutto decenni di lavoro! Fino a quando gli imprenditori avranno paura, non ci sarà un’economia libera. Occorrerebbero più controlli e, soprattutto, maggiore protezione per chi denuncia. Lo Stato non deve lasciare soli gli imprenditori e i cittadini onesti. E i cittadini onesti devono formare un fronte unico e unito contro la mafia. Solo insieme si otterranno dei risultati concreti.

Quali sensazioni provi quando presenti i tuoi libri nelle scuole?  I ragazzi seguono con interesse?

I giovani sono la parte migliore della società e, soprattutto, credono ancora in un mondo migliore, più pulito, dove la parola “onestà” non è un mero espediente elettorale. Da qualche anno non mi seguono “soltanto” i ragazzi, ma anche le mamme e persino le nonne. Molte mi scrivono, ci scambiamo consigli e ricette, alcune mi raccontano le gioie, altre le difficoltà. È molto gratificante, spesso commovente. Certo, a volte è faticoso girare per l’Italia come una trottola e non sempre l’organizzazione degli eventi è impeccabile: ma i ragazzi e le ragazze sono sempre splendidi!

Chi è Annamaria Piccione?

Un essere umano tra esseri umani. Anche se, lo ammetto, avrei preferito nascere gatto!

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